Società
Via gli alberi, arriva la puzza
20/12/2024
È l’ultimo chilometro del territorio di Fortezza, quello che termina con l’ingresso all’autostrada. Provenendo da nord, direzione Bressanone, è un attimo, pare sfondare una barriera, e all’improvviso ti trovi avvolto da una puzza, un odore acre e persistente che ti entra nell’abitacolo dell’auto nonostante i finestrini chiusi.
Lo stesso accade quando da sud si entra nella stessa zona. È l’odore che proviene dagli impianti di compostaggio della discarica di Sciaves e che grazie alle correnti d’aria, invade quell’area. Perché prima non accadeva? Semplice: a far da barriera c’erano i pini e gli abeti e un bordo di latifoglie che “filtravano” i miasmi. Ora non più. Gran parte degli alberi sono stati abbattuti per far spazio a due megaprogetti: l’imbocco del tunnel di base del Brennero che si sta scavando da sud e che raggiungerà la piana della stazione di Fortezza all’estrema propaggine della zona di Riol, e quell’altro, da completarsi in fretta, pronto per le prossime Olimpiadi invernali, della cosiddetta “variante di Riga”, quel grande ponte che collegherà direttamente la ferrovia della Pusteria con Varna e Bressanone, escludendo Fortezza. Vengono in mente, a chi ricorda le vicende ormai storiche di quella zona, le parole tuonate dal biologo Gregor Beikircher, allora attivista degli allora Verdi, pronunciate ion consiglio comunale a Bressanone, in Comunità comprensoriale e in diverse riunioni pubbliche. Beikircher ammoniva i promotori del progetto della seconda zona industriale di Varna, quella sviluppatasi attorno all’ingresso dell’autostrada, punendo l’accento sulla funzione degli alberi, che mitigavano i venti, calmieravano l’umidità, e assorbivano le polveri sottili. Allora, grazie a una generosa concessione del Comune di Fortezza che ha consentito di portare l’acqua su quella collina morenica scavata e modellata dall’Isarco, fino ad allora completamente a secco per mancanza assoluta di sorgenti (l’ex polveriera militare veniva rifornita di acqua potabile con le autobotti), è partita la cementizzazione, abbattendo completamente il bosco sulla destra orografica. Ora è toccato a quella sinistra, dove passeranno i treni e dove ormai da anni in autunno impera la nebbia, e da oggi e forse per sempre il puzzo di materiali organici in trasformazione.
dm